(Recensione) Shirkers di Sandi Tan. Storia di un indie road movie nella Singapore degli anni Novanta

Su Netflix il promettente documentario sul making e i misteri del primo indie road movie singaporiano

I think everybody’s been 18 once and everybody has had that superhero identity and this is kind of a reminder, for me to everybody else, to not forget that part of you. Penso che tutti siano stati diciotteni una volta e tutti abbiano avuto un’identità da supereroi e questo (film, N.d.R.) è una specie di promemoria, da parte mia per tutti, affinchè quella parte di voi non sia dimenticata. 

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Lei e Sandi Tan e questo é ciò che ha dichiarato a Refinery29 a proposito del suo documentario Shirkers, disponibile sulla piattaforma Netflix.
Con il debutto al Sundance Film Festival, una soddisfacente vittoria al World Cinema Documentary Directing Award, ben 5 nomination ai Cinema Eye Honors che premiano le eccellenze tra documentari e opere di non-fiction e una nomination al prossimo Gotham Indipendent Film Award in cui concorre accanto, tra gli altri, a Won’t you be my neighbor di Morgan Neville, regista di They’ll love me when I’m dead, Shirkers si è subito rivelato una perla di rarissima bellezza che porta nella forma del documentario la forza pulsante di una vita all’insegna di un amore viscerale per il cinema.

Shirkers è un dcumentario dai toni molto personali che, al pari di un video-diario, ripercorre, alla ricerca di risposte, la storia di quello che prometteva essere il primo indie road-movie mai realizzato a Singapore, nei primi anni 90. Il suo titolo sarebbe stato Shirkers e la sua regista, la Sandi Tan ora critica cinematografica e scrittrice, aveva 19 anni.

Con tratti decisi Sandi Tan introduce lo spettatore alla sua infanzia nella severa Singapore dei primi anni 90 quando anche masticare una gomma era proibito. Diversa, curiosa, con un innato senso per l’immaginazione, Sandi e le sue due partner in crime, Jasmine Ng e Sophia Siddique, non si arrendono all’isolamento culturale e di fatto danno vita ad un vero e proprio underground movement. Ancora giovanissime realizzano la fanzine The exploding cat, che in un men che non si dica riesce ad avere risonanza internazionale. Questo fino a quando Sandi scrive, all’inseguimento del suo sogno da cineasta, il suo road movie, e  decide di realizzarlo insieme alle sue due amiche, l’aiuto di numerosi conoscenti ma soprattutto grazie al sostegno di George Cardona (nel ruolo di regista), un insegnante americano di cinema con il doppio della loro età.

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La loro impresa viaggia veloce fino a quando, al termine delle riprese, George Cardona scompare insieme ai 70 rulli girati.
Solo a distanza di 20 anni, alla morte del fantomatico insegnante, Sandi Tan ha scoperto le sorti del suo film.

Shirkers è un atto di riappropriazione, un viaggio nel passato attraverso una eccezionale macchina del tempo, il cinema. Ciò che contraddistingue Shirkers è questa sua forma ibrida, a metà strada tra inchiesta e documentario. La dialettica tra la narratrice di oggi che riguarda, insieme allo spettatore, la se stessa diciannovenne e che ripercorre memorie, ambizioni e progetti per mezzo delle parole delle sue amiche danno a Shirkers una forza espressiva che è difficile non riconoscere.

Shirkers ci restituisce lo sguardo disincantato ma ancora innamorato di Sandi Tan e allo stesso tempo non vacilla mai sul cuore della narrazione, il mistero di George Cardona. Cosa spinge un uomo adulto a sparire, inspiegabilmente, con tutto lo girato a cui ha appassionatamente collaborato, lasciando nel silenzio più completo tre ventenni determinate a realizzare quel progetto?

Ma Shirkers non si riduce a questo. Testimonia la forza della cultura contro le leggi di Stato, racconta l’adolescenza fuori dalle etichette. Ma soprattutto Shirkers è un atto dovuto, un atto di onestà. Lo è da parte di Sandi Tan verso se stessa, verso la se stessa ventenne ma lo è anche verso la propria storia, il proprio lavoro. E’ un atto di rispetto verso quella parte di se che non resta schiacciata nemmeno sotto il silenzio inquietante lungo venticinque anni.

Il road movie Shirkers era Sandi Tan, la ragazza diciannovenne con un’ossessione per David Lynch, e lo è ancora. E’ quella Sandi Tan che non permette che si dimentichi, che dimostra che il passato non scompare con le persone, che dimostra che ciò di cui non si è parlato più non smette di esistere ma resta, seppur in 70 bobbine senza audio stipate in una stanza negli Stati Uniti.

DURATA: 96 minuti

PRODUZIONE: Cinereach

GENERE: Documentario

 

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