Come una marea

Ritorno in questo spazio come una marea.

Gli ultimi mesi sono stati densi, crespi e di grande cambiamento personale. Nel frattempo ho continuato a cibarmi del mio pane quotidiano. Ho visto moltissime cose, tra film, serie e documentari. Una delle ultime serie è stata After Life.

Sto leggendo moltissimo. Punto fermissimo è John Updike, che sto sventrando per arrivare al cuore profondo della sua scrittura. Ma sto leggendo anche moltissima poesia, mio antichissimo amore.

Tra le altre cose ho ripreso a scrivere allo stesso ritmo di un tempo. E mi sto dedicando con molta lentezza, a causa di scogli quasi insormontabili, e con grande ambizione ad un progetto di ricostruzione della storia genealogica della mia famiglia.

Detto ciò, sono ancora in Australia, dove ho idea di restare per moltissimi anni ancora.

Per ritornare su queste rive in un mood che sia il più fedele possibile alla realtà, incollo un brano.

Che sia piacevole la lettura.


Non si dovrebbe mai giudicare gli altri. Non per buon spirito cristiano ma perché il cuore delle cose resta sotto mille strati superficiali di cose inutili. Giudicare male è fare torto al dubbio. Ma giudicare bene è dare insensata fiducia alla potenziale sensibilitá delle persone. Anche a quelle che, scegliendo di “annullarsi” per la purezza del loro spirito, in realtá si attaccano un’etichetta e di fatto si seppelliscono sotto altri strati. Dunque, se buono e giusto è ricredersi dei mal giudizi è anche buono e giusto ammettere di avere per sbaglio intravisto la purezza dove non c’era. Fosse solo per pulire l’uscio da false verità. Potrebbe essere più semplice di così ma non lo è veramente. Le persone sono chiuse dietro porte di ferro e dagli spioncini non puoi ammirare panorami. 

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